Mese: Giugno 2020

  • Covid-19, Inail: al 15 giugno denunciati 49.021 contagi sul lavoro, un incremento di 1.999 casi

    Covid-19, Inail: al 15 giugno denunciati  49.021 contagi sul lavoro, un incremento di 1.999 casi

    Dal quinto report sulle infezioni da Covid-19 di origine professionale, elaborato dalla consulenza statistico attuariale dell’Inail, emerge che al 15 giugno vi è un incremento di 1.999 casi, rispetto al monitoraggio di maggio.
    Il 71,7% dei casi sono donne, il 28,3% donne. Il rapporto s’inverte nei casi mortali: l’8,62% sono uomini.
    Dal rapporto emerge che l’età media dei lavoratori che hanno contratto il virus è di 47 anni per entrambi i sessi, ma sale a 59 anni (57 per le donne e 59 per gli uomini) per i casi mortali. Il 70,3% dei decessi, in particolare, è concentrato nella fascia di età 50-64 anni, seguita da quelle over 64 anni (18,6%), 35-49 anni (9,4%) e under 34 anni (1,7%).

    Infortuni da Covid-19 si concentrano nei servizi e industria

    La totalità delle denunce da Covid-19 riguarda l’industria e i servizi. Il 26,3% dei decessi si concentra nel settore della Sanità e assistenza sociale (che comprende ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche, policlinici universitari, residenze per anziani e disabili), che insieme al settore degli organismi pubblici preposti alla sanità (Asl) porta all’81,3% la quota delle denunce in complesso e al 36,5% quella dei casi mortali. Seguono i servizi di vigilanza, pulizia, call center, il settore manifatturiero (addetti alla lavorazione di prodotti chimici, farmaceutici, alimentari), le attività di alloggio e ristorazione e il commercio.

    Gli operatori sanitari sono i più colpiti

    Con il 40,9% delle denunce complessive, circa l’83% delle quali relative a infermieri, la categoria professionale più coinvolta dai contagi è quella dei tecnici della salute. Seguono gli operatori socio-sanitari (21,3%), i medici (10,7%), gli operatori socio-assistenziali (8,5%) e il personale non qualificato nei servizi sanitari, come ausiliari, portantini e barellieri (4,8%). I tecnici della salute sono anche la categoria più colpita dai decessi, con il 12,8% dei casi codificati (il 61% sono infermieri), seguiti dai medici (9,9%) e dagli operatori socio-sanitari (7,8%).

    Solo in Lombardia c’è stato il 43,2% delle morti

    Otto denunce su 10 sono concentrate nell’Italia settentrionale: il 56,1% nel Nord-Ovest (il 36,0% in Lombardia) e il 24,2% nel Nord-Est (il 10,2% in Emilia Romagna). Il resto dei casi è distribuito tra Centro (11,8%), Sud (5,7%) e Isole (2,2%). Concentrando l’attenzione sui contagi con esito mortale, la percentuale del Nord-Ovest rispetto al totale sale al 57,2%. Più di quattro decessi su 10 (43,2%), in particolare, sono avvenuti nella sola Lombardia.


  • “Regalati il Molise”: soggiorni gratuiti per valorizzare i centri storici

    “Regalati il Molise”: soggiorni gratuiti per valorizzare i centri storici

    Si chiama “Regalati il Molise“, il progetto pilota dell’associazione culturale “Amici del Morrutto” e del Comune di San Giovanni in Galdo. Tra luglio e settembre la comunità locale offre 40 soggiorni gratuiti di una settimana ciascuna, nelle case del suggestivo borgo antico del paese.
    Si tratta di una vera e propria vacanza a costo 0 con una finalità ben precisa: ridare vita ai piccoli e sconosciuti centri storici del Molise e farli scoprire ai visitatori italiani e stranieri.

    I requisiti per partecipare

    Per far parte di questa esperienza occorre non essere residenti in Molise, non avere case e parenti. Inoltre, occorre indicare le motivazioni che sono alla base della decisione di partecipare al progetto.
    Per iscriversi è necessario accedere al sito web dell’associazione www.morutto.com e compilare il modulo. 

    A poche ore dall’annuncio, l’iniziativa ha riscosso un importante successo

    A pochissime ore dalla conferenza stampa, i promotori dell’iniziativa hanno riscontrato un immediato successo. In un solo giorno sono arrivate centinaia di richieste di adesione dalla Francia, Irlanda, Polonia, Ucraina ma anche da tutta l’Italia (Piacenza, Udine, Ferrara, Torino, Firenze, Bologna, Bergamo, Parma, Genova, Padova, Ragusa, Milazzo, Napoli, solo per citarne alcune).


  • Covid-19, Egitto: operatori sanitari minacciati e perseguiti dalle autorità

    Covid-19, Egitto: operatori sanitari minacciati e perseguiti dalle autorità

    Grazie ad un lavoro di ricerca,  Amnesty International ha documentato il modo in cui le autorità egiziane stanno perseguendo con accuse infondate gli operatori sanitari che denunciano la mancanza di protezioni,  formazione, accesso alle cure primarie e alle condizioni di lavoro insicure. 

    Secondo il Sindacato dei Medici, da metà febbraio, quando è scoppiata la pandemia da Covid-19, più di 400 operatori sanitari sono risultati positivi al test e più di 68 sono deceduti. Questi numeri non comprendono i medici morti con sintomi da Coronavirus, che non erano stati sottoposti a tampone. Non figurano nemmeno infermieri, addetti alle pulizie, farmacisti, odontoiatri, e tutti i lavoratori in prima linea per assicurare accesso alle cure o ai servizi necessari. 

    Amnesty International: da marzo a giugno sono stati arrestati 8 operatori sanitari (sei medici e due farmacisti)

    Secondo quanto documentato da Amnesty International, 8 operatori sanitari sono stati arrestati dalla cosiddetta Agenzia per la sicurezza nazionale  solo per aver espresso perplessità e preoccupazioni sui social media.

    Alaa Shabaan Hamida, medico di 26 anni, è stata arrestata il 28 marzo, perchè hanno sostenuto che fosse andata oltre le sue prerogative, chiamando il ministero. Attualmente è in detenzione preventiva con le accuse di “appartenenza a un gruppo terrorista”, “diffusione di notizie false” e “uso improprio dei social media”.

    Hany Bakr, oftamologoco, arrestato per aver semplicemente criticato, attraverso un post, il governo  per aver inviato aiuti sanitari in Italia e in Cina.

    Questi sono solo alcuni esempi di come il governo egiziano tratta i propri operatori sanitari che si permettono di criticare o avanzare preoccupazioni sulla mancanza di protezioni.

    Una fonte del Sindacato dei medici ha confermato che gli operatori sanitari vengono tuttora sottoposti a minacce e interrogatori da parte dell’Agenzia per la sicurezza nazionale, procedure amministrative e sanzioni:“Stiamo ricevendo molte denunce, mentre altri preferiscono pagare, procurarsi di tasca propria strumenti di protezione personale, e tacere. Ci stanno costringendo a scegliere tra la morte e il carcere“.

     

    Fonte: https://www.amnesty.it/egitto-operatori-sanitari-costretti-a-scegliere-tra-la-morte-e-il-carcere/