Patrick Zaki, l’attivista egiziano dei diritti umani, da un anno è detenuto in Egitto.
Patrick rischia 25 anni di carcere per dieci post su Facebook, che la sua difesa considera falsi, sulla base dei quali la magistratura egiziana basa le sue accuse.
L’arresto di Patrick Zaki
Il 7 febbraio 2020 Patrick, studente dell’università di Bologna, fu fermato all’aeroporto del Cairo. Dopo ore di sparizione forzata, Patrick apparì l’8 febbraio davanti alla procura della città di Mansura per la convalida dell’arresto. L’accusa era di minaccia alla sicurezza nazionale, incitamento a manifestazione illegale, sovversione, diffusione di notizie false e propaganda per il terrorismo.
Dopo diversi rinvii, le prime udienze sono iniziate a luglio. Lo scorso 2 dicembre il giudice della terza sezione del tribunale antiterrorismo del Cairo ha annunciato il rinnovo per 45 giorni della custodia cautelare. Il 2 febbraio si è confermato un ulteriore rinnovo.
La mobilitazione della società civile
Da un anno, in modo incessante, è in atto una straordinaria mobilitazione per chiedere la liberazione dello studente: da Amnesty International Italia con la campagna “FreePatrickZaki” condivisa da molti enti, organizzazioni e dalla società civile in generale al Parlamento europeo.
PATRICK COMPLETES ONE YEAR IN PRE-TRIAL DETENTION! Today marks one year since Patrick was detained at Cairo International Airport. On this occasion, members of the European Parliament renew their demand for Patrick’s release and vow to keep fighting for him. 1/2 pic.twitter.com/o9G6nCGde9
— FreePatrick (@FreePatrick3) February 7, 2021
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Immagine di copertina: FreePatrick – account Twitter